 
			Rajaf, Sud Sudan: emergenza famiglie fuggite dalla guerra
Aggiornamento dicembre 2024: al momento chiudiamo la raccolta fondi, siamo in attesa di notizie per darvi maggiori informazioni. Grazie a quanti hanno collaborato!
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 In seguito alla guerra scoppiata in Sudan il 14 aprile 2023, oltre alle numerose vittime dei bombardamenti, si è creato un flusso di profughi in continua crescita. L’UNCHR parla di 6.000.000 di sfollati che cercano riparo in Sud Sudan e di altre circa 1.400.000 persone che hanno raggiunto i Paesi vicini.
In seguito alla guerra scoppiata in Sudan il 14 aprile 2023, oltre alle numerose vittime dei bombardamenti, si è creato un flusso di profughi in continua crescita. L’UNCHR parla di 6.000.000 di sfollati che cercano riparo in Sud Sudan e di altre circa 1.400.000 persone che hanno raggiunto i Paesi vicini.
Il Sud Sudan è in grave crisi economica e non riesce a dare rifugio a così tanta gente. Alcune famiglie sono arrivate anche a Rajaf, un villaggio a pochi chilometri da Juba dove le Suore della Carità di S. Giovanna Antida hanno una grande missione, già sostenuta dal Gruppo India e dove vivono tante persone arrivate dal nord dopo la separazione tra Sudan e Sud Sudan che ancora non sono riuscite a ricostruirsi una vita. I nuovi rifugiati si aggiungono a quanti già vivono in condizioni molto difficili.
 Come rimanere indifferenti davanti a persone che hanno vissuto le atrocità della guerra, che hanno camminato fino allo stremo e che arrivano in uno stato davvero miserabile? Le suore fanno di tutto per dare una prima risposta ai bisogni essenziali. Ma si tratta di famiglie devastate fisicamente, moralmente e materialmente alle quali bisogna restituire dignità: offrire un posto per dormire, anche se una tenda o una casa di paglia, dare la possibilità ai bambini di frequentare la scuola per tornare ad una parvenza di normalità dopo avere vissuto le atrocità di una guerra.
Come rimanere indifferenti davanti a persone che hanno vissuto le atrocità della guerra, che hanno camminato fino allo stremo e che arrivano in uno stato davvero miserabile? Le suore fanno di tutto per dare una prima risposta ai bisogni essenziali. Ma si tratta di famiglie devastate fisicamente, moralmente e materialmente alle quali bisogna restituire dignità: offrire un posto per dormire, anche se una tenda o una casa di paglia, dare la possibilità ai bambini di frequentare la scuola per tornare ad una parvenza di normalità dopo avere vissuto le atrocità di una guerra.
È questo il progetto di accoglienza per il quale le suore chiedono un aiuto, con lo scopo di dare speranza in un futuro migliore a tanti bambini che cercano pace e serenità. Tutti possono contribuire inviando un dono con il codice 875E.
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| Tanti bambini da accogliere a scuola (gratuitamente) e a cui bisogna dare tutto, cibo, materiale scolastico… a volte anche le scarpe! | ||
