Raccogliere fondi per aiutare direttamente i più poveri del terzo mondo è opera buona, ma le finalità di fondo del “Gruppo India” sono quelle ripetute in ogni occasione dal suo fondatore, il gesuita Padre Mario Pesce.

Non vogliamo parafrasarle o riassumerle. Sarebbe riduttivo. Riportiamo soltanto alcune frasi che, nella loro essenzialità, suggeriscono uno stile di vita che rende credibile il donatore, dà valore al dono e contribuisce a creare e/o rafforzare la coesione sociale. Sono anche, e soprattutto, un cammino spirituale che dà senso pieno alla nostra vita: “Come possiamo recitare il Padre Nostro se ci dimentichiamo dei nostri fratelli più poveri?

Ponte di preghiera

Da una circolare di p. Pesce di fine anni ’80.

padre Pesce con i bambiniÈ importante ricordarsi sempre che l’aiuto materiale, pure molto importante, rimane insignificante elemosina se non è unito ad uno spirito di sacrificio che, specialmente per i più giovani, significa diminuzione delle esigenze, miglioramento del carattere e soprattutto richiede un costante ricordo e preghiera per le persone che cerchiamo di aiutare, imparando a vedere nel fratello povero o ammalato Gesù che continua in noi la sua passione.

Missionari, bambini e lebbrosi pregano per noi e molto (non solo i cristiani, ma indù e mussulmani, animisti…) e abbiamo stabilito un giorno in cui fare come un “Ponte di preghiera” da una parte e dall’altra: il SABATO.

….Ti ho trascritto queste parole (visita ad un lebbrosario) per farti toccare con mano quanto siano utili i tuoi aiuti e quanto siano sciocchi i nostri capricci, le nostre vogliuzze e quanto sia fuori luogo il dire “non mi va” e magari buttare cibo prezioso per tanti fratelli e sorelle che farebbero salti di gioia per avere i nostri rifiuti.

E ancora … come ricevere Gesù nei nostri cuori, quando lo calpestiamo nel cuore di tanti fratelli che soffrono, dimenticando che Gesù è presente nelle loro sofferenze.

Se ti è possibile cerca di fare leggere anche ad altri questo foglio.

Saluto di padre Pesce

Dalla circolare “Estate Vacanze ‘97”, in occasione delle dimissioni di p. Pesce da Presidente del Gruppo India – sottolineature e maiuscole come nel testo originale di p. Pesce.

Quando, nel Natale ’80, il Gruppo nasceva, non avremmo mai potuto pensare che, dai 20/30…50 bambini che si pensava di salvare, saremmo arrivati a molte migliaia… e non solo in India ma nel “Mondo intero”. Ma la cosa che più mi rallegra è che la maggior parte di voi aiuta con amore e sacrificio.

Questa iniziativa ha portato molti a vivere il Vangelo con più coerenza e a dare un significato più vero alla Comunione che ci unisce a Cristo ma anche a tutti i fratelli (specie gli ultimi) rendendoci membra di un solo corpo. Se apriamo la finestra sul mondo, le nostre difficoltà, che ci sembrano terribili, sono spesso cose da ridere, in confronto alle difficoltà di tanti fratelli del “Terzo Mondo”.

Auguro che ancora una volta ognuno di noi possa far proprie le parole di Gesù: “Dà più gioia donare che ricevere”. E non mi stancherò mai di ripetere di “PASSARE LA VOCE” per far conoscere a parenti ed amici la nostra iniziativa “SALVARE UN BAMBINO” – SONO TANTI, PROPRIO TANTI, I BAMBINI CHE ASPETTANO DI ESSERE AMATI.

Ripeto, passare la voce e far conoscere, senza preoccuparsi dell’adesione che ha valore solo se fatta con AMORE E SACRIFICIO.

Gruppo India: Preghiera

Credo che la preghiera non sia tutto
ma che tutto debba cominciare dalla preghiera:
perché l’intelligenza umana è troppo corta
e la volontà dell’uomo è troppo debole;
perché l’uomo che agisce senza Dio
non dà mai il meglio di se stesso.

Credo che Gesù Cristo, dandoci il “Padre Nostro”
ci abbia voluto insegnare che la preghiera è amore.
Credo che la preghiera non abbia bisogno di parole,
perché l’amore non ha bisogno di parole.

Credo che si possa pregare tacendo, soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama.

Credo che non sapremo mai con esattezza
se la nostra è preghiera o non lo è.
Ma esiste un test infallibile della preghiera:
se cresciamo nell’amore,
se cresciamo nel distacco dal male,
se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.

Credo che impara a pregare
solo chi impara a tacere davanti a Dio.

Credo che impara a pregare
solo chi impara a resistere al silenzio di Dio.

Credo che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore
il dono della preghiera,
perché chi impara a pregare
impara a vivere.

(Il mio credo nella preghiera, da “Progetto”)